Poesia da poltrona

Ezra Pound era di poco più giovane di mia nonna Teresina
ma è morto molti anni prima di lei. Mia nonna non si è mai mossa
da Largo del Rosso, a parte la volta che si è rifugiata a Qualiano
per sfuggire al vulcano che si diceva sarebbe sorto
nel porto. Ezra Pound invece è morto dopo aver viaggiato
a più non posso, ma senza aver mai visto mia nonna,
Qualiano e Largo del Rosso. Viaggiare, per paradosso
a Pound ha abbreviato la vita e negato una conoscenza.
Mia nonna non l’ha saputo. In entrambi i casi l’ignoranza
è stato il classico dono della Provvidenza, suppongo.

Hanno detto

hanno detto non è un gioco, è proibito giocare
hanno detto non si può dar ragione a chi ne ha da vendere
hanno detto chi cazzo è, non sa vendersi
hanno detto non sei tu che paghi, non sei tu che critichi
hanno detto non contrastare chi gestisce l’affare
hanno detto scrivi a comando, blandisci
hanno detto dopo un punto fermo ci va una maiuscola
hanno detto troppo lunga, hanno detto sfronda
hanno detto troppo corta, troppi aggettivi, la metrica
hanno detto prosastica, e hanno detto reitera,
hanno detto oh l’ anafora! hanno detto è un ossimoro
hanno detto il ritmo è spezzato, hanno detto è descrittiva
hanno detto è metafora, hanno detto troppo narrativa
hanno detto non suona, ricuci, ragiona
hanno detto riduci, colpisce hanno detto
hanno detto ti voglio più assertiva
hanno detto ma è barbara, è dada, è un haiku
dài, scrivi un sonetto! hanno detto strambotto
hanno detto è dialetto, cazzeggi, le virgole!
hanno detto anche senza dire, senza parere

a chi ha detto rispondo che ho scritto
che ho fatto che ho detto
solo ciò che volevo

Cristina Bove: Riflessioni di una mente appollaiata su un ramo pericolante

“Le nozioni accumulate dalla nascita alla morte, condizionano i rapporti, li cristallizzano in schemi dai quali è difficile liberarsi: la vecchiaia, ad esempio, viene temuta, derisa, esorcizzata, quasi apparentata con la malattia e la deformità fisica e mentale.”

cristina bove

nebbia - by criBo

Scrittori e poeti veicolano attraverso la parola gli aspetti dell’esistenza, registrano eventi e stati emozionali, elaborandoli in maniera personale, tuttavia universalmente riconoscibili.
La cognizione della realtà è la risultanza di schemi culturali che conformano le contestualità in una distorsione rappresentativa che si sovrappone alla percezione istintuale fino a farne perdere la naturale specificità, fino a trasformarla in un complesso di informazioni esteticamente plausibili e consolatorie.
Ed ecco che tutto ciò che riporterebbe la mente a stadi primari di percezione, viene reso evanescente, fissato in un lirismo poetico o in una esposizione narrativa che in qualche modo, anche quando è descrizione di bruttura, lo rivesta del fascino intellettuale socialmente e storicamente convenzionato.
Le nozioni accumulate dalla nascita alla morte, condizionano i rapporti, li cristallizzano in schemi dai quali è difficile liberarsi: la vecchiaia, ad esempio, viene temuta, derisa, esorcizzata, quasi apparentata con la malattia e la deformità fisica e mentale.
Gli…

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Preghiera

*

Libera me dai desideri, madonna

/ salvami /

dal brutto vizio della speranza

*

fumo
e rantolo e prego
e invoco dell’amore il guizzo sapido

/ attendo /

che un verso chiuso nel ventre
riempia di sé il silenzio

/ ma /

posseggo ami di inutili verbi

*

[ l’esca della poesia non è in vendita ]

N.d.A.

La poesia è inserita nella raccolta “Nata il 21 marzo”, raccolta di poesie scritte per Alda Merini a cura di Lorella De Bon, Ed. Terre Sommerse, Roma, Marzo 2006