La parola che attendo

Tu dimmi una parola, dimmi
quella che attendo
attenta a non fraintendere.

Dimmi soltanto quella
quella che voglio udire
e che non sento.

Dimmela, la parola che voglio
una parola sola, spiraglio
di futuro e grata sul passato.

Quale? Quale parola?
Quella che non ho inteso
che non mi hai detto, mai.

*

(Passava dalle mie parti e l’ho abbracciata. Piangeva, così le ho asciugato le lacrime con le mani, avevo soltanto quelle. Mi ha sorriso a labbra chiuse. Poi mi girava intorno, perdeva tempo, finché l’ho scritta… )

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(23 luglio 2003)

Che cosa ci sta succedendo?

Che cosa ci sta succedendo
che andiamo straniti
fingendo una vita sbagliata?

Succede che esisti tu solo
mi tieni in un pugno, serrata
– non volo, non voglio!

Se torni mi spoglio di me
son pelle, saliva, sudore
son naso che annusa.

E sono le mani che intreccio
la lingua che avida lecco
la bocca che succhio.

E sono la danza – le dita
che frugano dentro
e sono respiro e piacere.

Vestita di te vado in giro
stupita da questo silenzio
che attonito grida stanotte

– Che cosa ci sta succedendo?

I passi che uniscono

Li conti, i passi che ti avvicinano
al trolley e al sacco da spalla
i passi che uniscono, li conti?

Peregrinando
………………su corsie arroventate

li conti, i giri del motore
i cruciverba risolti nell’attesa
le pause ad occhi chiusi
gli aerei che atterrano
le soste al bar /un tramezzino e scappi /
i cartelli che prepari la sera
i bagagli che trascini al furgone
li conti? I passeggeri che fotografi
le storie che transitano sui sedili
le mance che sconfinano
la stanchezza che accumuli, li conti?

Ecco, sono già pronti al decollo
i sandali rossi. I passi dell’amore
in arrivo, i passi che uniscono

li conti?

(poesia di luglio)

di(s)conosciuta

*

E dimmi: dove andiamo noi due

che ci lasciamo – per finta, per nostalgia –
distrarre da un sorriso sbarazzino
però in fondo sappiamo che

non c’è strada, non c’è sentiero al mondo
che possa ricondurci alla magia di un aprile
quando una notte sussurravi
– di desiderio, ricordi?

Quando avida ti ascoltavo
e mai
ti avrei lasciato
– mai –
allontanare.

E dimmi: perché adesso mi graffia

questa musica che si strugge di te e di me
che ce ne andiamo in direzioni opposte
– di me che riparto da qui, di te
che svanisci chissà dove
 amore mio mon amour –

questa musica che mi fa piangere
e mi riporta alla vita
intanto che mi uccide?

*

gennaio 2007