Cercandoti nel viaggio di una vita
ho conosciuto versi che gloglottano
come colombi maschi innamorati
il collo gonfio e tanti giri in tondo
fanno il verso a se stessi
ed amano ascoltarsi.
Ho fatto quattro chiacchiere con calma
in piazze piene di parole matte
di forme strane e giochi senza fine
mi hanno strizzato gli occhi con malizia
suonando buffe, e addosso lo stupore
mi han cucito, stretto sui fianchi.
Ho sostato ad incroci frequentati
da versi ermetici, freddi
come una porta che ti sbatte
muta sul viso; versi di sé compresi
domande che non vogliono risposte
e non ne danno, chiuse ai sorrisi.
E poi ho percorso strade lastricate
di parole assolate, di aride parole
disseccate, dure come macigni
parole gravi per dire la pena
perle di una collana di preghiere
o inevase scadenze.
Fanno versi che spezzano
i fili dell’ordito di una vita
come unghie scheggiate
quelle parole; graffiano
come dolori che non si ritraggono
e generano echi che si espandono
a scavalcare mondi ed esistenze.
E più ci andavo in quelle strade sole
più mi perdevo. Poi ti ho incontrata.
Ed eri proprio quella che cercavo
la mia Poesia.