Ezra Pound era di poco più giovane di mia nonna Teresina
ma è morto molti anni prima di lei. Mia nonna non si è mai mossa
da Largo del Rosso, a parte la volta che si è rifugiata a Qualiano
per sfuggire al vulcano che si diceva sarebbe sorto
nel porto. Ezra Pound invece è morto dopo aver viaggiato
a più non posso, ma senza aver mai visto mia nonna,
Qualiano e Largo del Rosso. Viaggiare, per paradosso
a Pound ha abbreviato la vita e negato una conoscenza.
Mia nonna non l’ha saputo. In entrambi i casi l’ignoranza
è stato il classico dono della Provvidenza, suppongo.
Le Sarachelle
‘A cummara ‘Ntunièlla
13. Di come Scarrupiéllo mise la testa a posto.
Era così il matrimonio perfetto; così lo avrebbe voluto anche lei, quando fosse cresciuta. A distanza di quasi trent’anni e dopo averne passate di cotte e di crude, loro due erano infatti ancora contenti e affiatati. A Vicienzo con gli anni la voglia non era passata, a Luisa nemmeno, e perciò continuavano a far l’amore spesso e volentieri, ma sempre quando i figli piccoli dormivano e dopo che Teresa, la più grande, era andata a casa della nonna. Per farle compagnia, ma pure perché sennò si sarebbe troppo scandalizzata.
Era stato a causa del continuo praticare che avevano messo al mondo la bellezza di otto figli, dei quali due morti da piccoli con grande strazio di Luisa; e che, tra un figlio e l’altro degli otto messi al mondo, ne avevano concepiti altri due che non avevano fatto in tempo a nascere. Continua a leggere
12. Ciò che Maruzzella seppe dai cunti di Vicienzo
Però Maruzzella non era una che si arrendeva.
Perché Teresa non aveva voluto dirle di più? E che significava che zi’ Nannina era una malafemmina?
A chi poteva spiàre, ora che la nonna era morta e che zi’ Assunta per il lutto aveva smesso di gorgogliare risate e di soffiare cunti dalla bocca ? Continua a leggere
11. Zi’ Nannina e i fascisti
Zi’ Nannina in quel ritratto stava in piedi accanto ad una bella pianta poggiata su una bassa colonna di legno. Era vestita di nero e aveva i capelli scuri raccolti dietro la nuca. Nella foto sorrideva, però a bocca chiusa, e a Maruzzella pareva che avesse lo sguardo assai triste. Continua a leggere
10. La lettera
Ogni tanto zi’Assunta gliele mostrava tutta orgogliosa, e le cuntava che quei capolavori erano solo una piccola parte del suo corredo di sposa e che molti di quei ricami li aveva fatti lei con le sue mani quando era zita. Continua a leggere
9. La Storia è fatta di cunti più grandi
Alla maestra non c’era bisogno di spiare nulla, che quella veniva pagata per insegnare tutto ai bambini, e a scuola ci andava per fare soltanto questo.
La Palazzina, pensava Maruzzella, aveva il dovere di cuntare e spiegare ogni cosa.In brevissimo tempo, grazie all’arte e all’amore di quella vecchia maestra, imparò a leggere e a scrivere; ed erano due abilità prodigiose che le vecchie Sarachèlle non tenevano e che Luisa, sua madre, aveva quasi del tutto dimenticato. Alla creatura pareva già un miracolo avere imparato a leggere. Le parole non erano più soltanto dette e ascoltate: si facevano vedere e stavano là sulle pagine, stampate per sempre. Che se lei era stanca e la sera si addormentava sui compiti da fare, il giorno dopo le ritrovava uguali a come erano il giorno prima!
8. Una nonna, pure se è un poco cicciuvéttola, tiene sempre ragione.
– ‘A nò’… chi è la signora che sta nella foto vicino a quella d’ ‘u Bbenedìtto?
La nonna si era messa a letto malata, con una scolla legata attorno alla fronte per combattere la febbre, e Maruzzella le stava tenendo compagnia mentre zi’ Assunta stava impegnata nel cesso a cacare.
Forse cuntare qualcosa l’avrebbe distratta un poco dal suo mal di testa, aveva pensato Maruzzella prima di spiare, e forse quella era l’ultima occasione per farsi cuntare qualche storia dalla nonna: dalla faccia gialla e sbattuta che teneva, nonché dai sospiri e dalle smorfie di dolore che faceva, le pareva che poteva morire subito, o al massimo dopo una mezz’ora!
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7. Senza più altro nome che quello

Pareva che volesse spiare: “E tu chi sei? E pecché me staje guardanno? Te pare bbello ca io songhe muorto e tu me sfutte pure? E che tiene ‘a guardà’?! Vide ‘e te levà’ ‘a nanze ‘i piede!” Continua a leggere