
Le tre stelle allineate della Cintura di Orione, chiamate dai pescatori puteolani “I tre fratiélle”, ovvero i tre fratelli, appaiono nel nostro cielo sul finire dell’estate. E avvisano i pescatori che bisogna prepararsi ad affrontare l’inverno.
C’è un detto popolare che ho sentito ripetere da mio padre e lo lascio sotto questa immagine:
“Quann’accumpàren’ ‘i tre fratiélle, allestitev’ ‘i capputtielle.”
I tre fratiélle sorgevano verso la fine di agosto, nel pezzo di cielo che si poteva vedere da casa nostra, sbucando all’imbrunire oltre il palazzo che noi chiamavamo ‘u palazz’ ‘i ‘Ddulurata, e che in realtà era un’antica torre di avvistamento spagnola che negli anni sessanta del Novecento era ancora abitata da due famiglie e che dopo il Bradisismo del 1970 rimase deserta e in abbandono. Quando ero bambina nel palazzo mezzo scarrupato abitava soltanto Ddulurata. Io ci entrai una volta con altri bambini del vicolo, e salii le scale buie e polverose fino in cima. Fu una specie di prova di coraggio, ricordo ancora la lotta per vincere la paura, i gradini privi di marmi, di pietra nuda rosicata dal tempo, e l’odore penetrante di umido. Visto da casa mia il ‘palazzo’ era tutto di tufo giallo, e negli interstizi tra le pietre facevano i nidi i colombi. Era un buon fondale per osservare il cielo, di notte. E all’inizio della primavera da dietro il palazzo sorgeva finalmente il sole, che nei lunghi mesi invernali era troppo basso per farsi vedere, e la sua luce arrivava sul mio balcone.
(foto di Giovanni Conte)