Nel prima c’era il mare, vicino benché invisibile agli occhi. Il mare che ci procurava da vivere e che faceva paura. E c’era una comunità che il bradisismo e l’esodo da Largo Del Rosso hanno smembrato.
1. Proteggi mio padre, mare
O mare, mio buon signore
proteggi mio padre, la sera
(‘A varca d’oro soja
jìnche d’argiento) 1
Rendi la sua fatica lieve
Proteggi mio padre, mare
Placa la tua ira, fai che possa tornare
(Arà ca lampe…) 2
(A’mm’ ‘a mullà intu chènte…) 3
Accogli le reti nei tuoi abissi
Riempile di tesori, grande mare
(Vuttale ‘nchèsse!!
Vuttale ‘nchèsse!!) 4
Culla la sua barca pesante
I piedi assorti accarezza
Nel dondolio della chiglia
(Vide comme fragne l’onna) 5
E’ notte, vuoto di voci umane,
soltanto l’ansimare del motore
Shh! Mio padre dorme, mare
Dirigi tu verso casa la prora
(E ninna ninnananna
nunnarella
‘u lupo se magnatte
‘a pucurella…) 6
Traduzione dei flash back dialettali:
1. La sua barca d’oro riempi d’argento (l’argento dei pesci)
2. Che lampi!
3. Dobbiamo gettare le reti dove il mare luccica al tramonto!
4. Guarda come si frange l’onda.
5. Ninna nanna, nonnina, il lupo mangiò l’agnello.
Note:
Ho ritrovato su un foglietto di quaderno una sorta di invocazione al mare, che avevo scritto quando avevo tredici anni. Lo pregavo di prendersi cura di mio padre, che era un pescatore.
E’ passato tanto tempo…mio padre non va più a pescare: è ormai molto vecchio e molto malato.
Ho rielaborato quella semplice invocazione alla luce dei ricordi di un linguaggio che sentivo usare in casa, da mia madre (per quanto riguarda la ninna nanna) e dai componenti dell’equipaggio del peschereccio su cui mio padre era imbarcato.
I versi in dialetto li ho tradotti in queste note, cercando anche di chiarirne il senso.
1. “La barca d’oro sua riempi d’argento…” E’ il verso di una ninnananna popolare che ho sentito cantare a mia madre
2. “Dio mio, che lampi!” è una traduzione a senso di questa strana frase arabeggiante: l’ha detta una volta mio padre, scrutando il cielo pieno di elettricità, prima di un temporale. Non l’ho mai dimenticata.
3. “Dobbiamo gettare le reti nella zona di mare che scintilla (quando il sole tramonta)” E’ una frase ascoltata tante volte, mentre i pescatori progettavano le strategie di pesca, soggette a continue variazioni in base al tempo e alle stagioni, e al tipo di pesce da catturare.
4. “Gettali a bordo (nel cassero) !) E’ una frase detta in modo concitato, quando le reti vengono tirate a bordo e il pesce scaricato sul fondo della barca, prima di essere esaminato e separato in base a specie, taglia e destinazione. Io la sentivo ripetere al mattino, quando i pescatori si riunivano per raccontarsi le imprese notturne
5. “Guarda il frangersi delle onde…” L’ho sentito dire a mio padre, in un sussurro, mentre scrutava il mare da lontano, ormai troppo anziano e malato per andare a pesca.
6. E’ la prima strofa della ninna nanna di cui alla nota 1. “Ninna nanna, il lupo mangiò la pecora”
2. Primavera a Largo Del Rosso
Dolce
questo pomeriggio che muore
in una luce diffusa
tra bambini che giocano
e colombi che ancòra
strappano tralci ai glicini
Dolce
questa primavera che bevo
che ascolto che odoro
senza vedere
tra vecchie pietre
null’altro che un pezzo di cielo
Qui
non sono mai venute le rondini
e non fioriscono i mandorli
qui
gialli fiori senza profumo
sbocciano nelle crepe dei muri
Ma i bambini
corrono tra i colombi
tra gente che lavora e parla
e sorride
Ed è primavera
ugualmente
(1977)
3. A Macondo
Quieto pomeriggio di settembre
in un grande cortile di paese.
Nell’aria , impalpabile velo
la noia si stende.
Brevi, i voli dei colombi
nel cielo senza nubi.
( sono un filo d’erba, io
sono una nuvola del tramonto … )
– 1977
Beh…le cose semplici sono ancora le piu’ belle. Tanti auguri a te e al tuo papa’.
"Mi piace""Mi piace"
[…] che dura e che si muove e cambia, non resta mai uguale a se stesso. Ho scelto questa bellissima Nel prima, che usa una lingua mista, composita, tra antiche ninne-nanne, dialetto che si tinge di sfumature […]
"Mi piace"Piace a 1 persona