Sembra far la civetta, stanotte
l’acqua di mare con la chiglia
del gozzo.
[Calma di vento, borbottìo del motore]
Liscia, la pelle nera del mare:
sotto fa uno sciacquio, un glagla
e poi un sommesso ploplop
un quieto sciabordìo
che sembra ridere appena.
[Tutto il resto tace nel porto]
Tiràti su per l’amo, con arte
salgono lenti i saraghi alla morte
danzano chiari, rassegnati, nel fondo
ché antica è l’arte, senza scopo
la danza, di esasperata lentezza.
[Non fa freddo]
Intanto Lei aspetta, tranquilla
e luccica beffarda nel secchio:
occhi di vetro restan fissi sul cielo
le pinne aperte come inutili ali,
sussultano, prima di arrendersi.
[Però, che strano]
Sembra far la civetta, stanotte
l’acqua di mare con la chiglia
del gozzo.
[Nella foschia si sono perse le stelle]