11. Zi’ Nannina e i fascisti

Di zi’ Nannina esisteva un ritratto tra quelli delle buonanime sul comò della nonna. Una copia dello stesso ritratto era sul comò di zi’ Filumena accanto a quello della buonanima di zi’ Mamèla, e un’ altra era sul comodino accanto al letto di Luisa, la madre di Maruzzella.
Zi’ Nannina in quel ritratto stava in piedi accanto ad una bella pianta poggiata su una bassa colonna di legno. Era vestita di nero e aveva i capelli scuri raccolti dietro la nuca. Nella foto sorrideva, però a bocca chiusa, e a Maruzzella pareva che avesse lo sguardo assai triste. Continua a leggere

10. La lettera

Nei cassetti del comò della nonna non ci stavano che vecchissime lenzuola ingiallite, con le balze di lino sfilato in modo da formare disegni di foglie, grappoli d’uva e angeli.
Ogni tanto zi’Assunta gliele mostrava tutta orgogliosa, e le cuntava che quei capolavori erano solo una piccola parte del suo corredo di sposa e che molti di quei ricami li aveva fatti lei con le sue mani quando era zita. Continua a leggere

9. La Storia è fatta di cunti più grandi

Nella scuola elementare Maruzzella incontrò le storie che sapeva la maestra Anna Palazzina e quelle che erano chiuse nei libri di lettura e nei sussidiari.
Alla maestra non c’era bisogno di spiare nulla, che quella veniva pagata per insegnare tutto ai bambini, e a scuola ci andava per fare soltanto questo.
La Palazzina, pensava Maruzzella, aveva il dovere di cuntare e spiegare ogni cosa.In brevissimo tempo, grazie all’arte e all’amore di quella vecchia maestra, imparò a leggere e a scrivere; ed erano due abilità prodigiose che le vecchie Sarachèlle non tenevano e che Luisa, sua madre, aveva quasi del tutto dimenticato. Alla creatura pareva già un miracolo avere imparato a leggere. Le parole non erano più soltanto dette e ascoltate: si facevano vedere e stavano là sulle pagine, stampate per sempre. Che se lei era stanca e la sera si addormentava sui compiti da fare, il giorno dopo le ritrovava uguali a come erano il giorno prima!

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8. Una nonna, pure se è un poco cicciuvéttola, tiene sempre ragione.

– ‘A nò’… chi è la signora che sta nella foto vicino a quella d’ ‘u Bbenedìtto?
La nonna si era messa a letto malata, con una scolla legata attorno alla fronte per combattere la febbre, e Maruzzella le stava tenendo compagnia mentre zi’ Assunta stava impegnata nel cesso a cacare.

Forse cuntare qualcosa l’avrebbe distratta un poco dal suo mal di testa, aveva pensato Maruzzella prima di spiare, e forse quella era l’ultima occasione per farsi cuntare qualche storia dalla nonna: dalla faccia gialla e sbattuta che teneva, nonché dai sospiri e dalle smorfie di dolore che faceva, le pareva che poteva morire subito, o al massimo dopo una mezz’ora!
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7. Senza più altro nome che quello

il-benedettoLungo la stessa parete dove erano appesi i ritratti delle buonanime di prima importanza, ci stava un comò di legno scuro con quattro grandi cassetti dalle maniglie dorate.Sul marmo che faceva da piano d’appoggio erano disposte altre foto di buonanime di tutte le età, davanti alle quali stava sempre un lumino acceso. Tra le altre ci stava quella di un bambino biondo coi pantaloncini corti e le scarpe bianche. Stava seduto su un triciclo di ferro, con gli occhi fissi al fotografo e la pancia gonfia come un tamburo. Teneva l’espressione ingrugnata di un vecchio triste, e gli occhi sgranati a fissare il fotografo erano appizzati dritti dentro gli occhi di chi guardava il ritratto.
Pareva che volesse spiare: “E tu chi sei? E pecché me staje guardanno? Te pare bbello ca io songhe muorto e tu me sfutte pure? E che tiene ‘a guardà’?! Vide ‘e te levà’ ‘a nanze ‘i piede!” Continua a leggere