mercoledì, 27 dicembre 2006
Largo del Rosso: il vicolo dove ho imparato la Poesia
Era un vicolo a forma di cortile, il cui ingresso era nascosto a quelli che non avevano occhi per vedere, ed era come una grande casa per tutti quelli che l’abitavano.
Era un luogo pieno di bambini, di giochi, di vecchi che raccontavano storie; era un mondo pieno di gente che parlava.
E’ lì che ho imparato la poesia, perché la respiravo.
Era nelle voci delle donne che intrecciavano cunti (1) e nenie mentre insieme preparavano conserve; nelle voci dei bambini, che giocando si tramandavano filastrocche e conte; nelle voci dei venditori ambulanti, che lanciavano i loro richiami; nella musicalità araba del dialetto che parlavo e che ascoltavo, ricco di parole per dire ogni cosa.
Era nell’aria, nel profumo dei glicini a marzo, nel tubare tranquillo dei colombi, nelle stelle della cintura diOrione (“Quanno accumparene i tre fratielle, allestiteve i capputtielle! “(2)) che annunciavano la fine dell’estate; e nei riti che si ripetevano uguali, segnando il cambio delle stagioni.
Era nei colori, nelle forme che assumevano le cose: era il ritmo che mi formava e che mi nutriva di sé.
Da lì sono partita, ed è lì che torno, quando la Poesia mi scorre dentro.
Note:
1. cunti = racconti orali
2. Era un detto dei pescatori, un modo per insegnare a riconoscere la fine dell’estate= quando compaiono in cielo “i tre fratelli” (le stelle della cintura di Orione) preparate i cappotti.
*
postato da: MariellaT alle ore 22:14 | link | commenti (4)
categorie: poesia, riflessioni, prosa, terra mia, largo del rosso, pozzuoli, i posti dellanima, era del cavallo
Commenti:
#1 27 Dicembre 2006 – 22:36
va meglio questo template …è rosso come il largo
mianonnaincarriola |
#2 28 Dicembre 2006 – 18:43
e con la foto …va alla grande
mianonnaincarriola |
#3 03 Febbraio 2008 – 11:44
Scusi……non ci conosciamo
giravo per la rete in cerca di materiale per la mia tesi di laurea,
tra un sito e l’altro mi ritrovo nel suo space.
A “Largo del rosso” vivevano i miei nonni
li e’ nato il mio papa’
e tutti i miei zii…
ci passo spesso
ma non entro mai
quei luoghi appartengono a vaghi ricordi….ed li rivivo grazie a qualche raro racconto del mio papa’ che ora ha 70 anni!
Complimenti per come scrive…e per l’amore che ha verso questi luoghi
mi sono emozionata e meravigliata nel riconoscere tanta familiarita’.
Maria Navarra
utente anonimo |
#4 16 Febbraio 2010 – 12:37
Le magliette a strisce, parlano degli anni ’60. Un saluto da Sar.
SaR |