Primavera
Dolce, questo pomeriggio che muore
di luce diffusa, tra bambini che giocano
e colombi che ancora strappano tralci al glicine.
Dolce, questa primavera che bevo tra vecchie
pietre. Che ascolto, che odoro senza vedere
null’altro che un pezzo di cielo.
Qui, non sono mai venute le rondini
e non fioriscono i mandorli: sbocciano,
nelle crepe dei muri, piccoli fiori senza gloria.
Ma corrono felici i bambini, tra gente che lavora
e parla, e sorride. Ed è primavera, ugualmente.
(1977)